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In Kenya anche i giuramenti diventano fake!

febbraio 2, 2018
La politica africana è veramente curiosa. Lo testimonia il giuramento del 30 gennaio di Raila Odinga.
Nelle elezioni keniote dell’8 agosto dello scorso anno, Odinga, sfidante per la quarta volta nella sua vita di Kenyatta Junior, ha perso un’altra volta.
Ha gridato al broglio, forse anche vero (nessuno si taglierebbe un braccio a dire il contrario!).
La Corte Suprema del Kenya, inauditamente, ha accolto il ricorso di Odinga accettando che ci fossero irregolarità e ha indetto nuove elezioni.
Le “fresh elections”, come le chiamano loro, hanno avuto luogo il 26 ottobre. Odinga, d’accordo con la sua coalizione costituita da altri 3 leader con relativi partiti e truppe, si è ritirato: non avrebbe più corso, tanto era tutto un “magna- magna” e un broglio.
Kenyatta ha vinto e ha giurato ed è l’attuale presidente del Kenya. Odinga ha commentato la vittoria dell’avversario dicendo che era tutto falso e che era lui il vero presidente del popolo keniano, con il supporto dalla sua coalizione. Ha aggiunto che avrebbe pubblicamente giurato come presidente del “vero” Kenya (ndr: in Kenya, come negli USA, i presidenti giurano sulla Bibbia e fanno un lungo discorso sugli obiettivi della loro presidenza).
Per tre mesi è stato un tira e molla: giuro non giuro, giuro non giuro… Tanto che tutti pensavano a qualche negoziato di varia natura economica.
Alla fine, due giorni fa, Odinga ha giurato, di fronte a una bella platea di migliaia di kenioti.
Peccato che gli unici che mancassero fossero i suoi tre alleati…
Tutto è finito in farsa.

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