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“Ricompensare il lavoro, non la ricchezza”: la rivoluzione targata Oxfam

gennaio 25, 2018
Mentre a Davos i potenti e ricchi del mondo, tra politici e imprenditori, discutono delle sorti del nostro pianeta in occasione del World Economic Forum 2018 (degli stati africani, naturalmente, neanche l’ombra), Oxfam pubblica un report sulla disuguaglianza, intitolato “Reward work, not wealth”.
Alle riflessioni del forum riguardo le sfide economiche per il futuro, Oxfam risponde denunciando il crescente divario a livello mondiale tra ricchissimi e poverissimi, che ha portato, solo nel corso dell’ultimo anno, l’1% della popolazione a possedere l’82% della ricchezza globale. E se i governi non interverranno con provvedimenti mirati, nei prossimi anni la situazione non potrà far altro che estremizzarsi e portare, tendenzialmente, a maggiore instabilità politica, a un’estesa criminalità e maggiori livelli di terrorismo.
Oxfam non solo analizza e rende pubblici dati allarmanti, ma propone soluzioni e invita i nostri attuali e futuri leader a metterle in pratica, per ridefinire una nuova economia, più umana e realmente sostenibile (prendendo esempio da situazioni già esistenti, come le aziende cogestite dai dipendenti e l’imposizione fiscale sulle imprese e i più ricchi di Cile e Uruguay).
Ma oggi a Davos aspettano il presidente Trump, che in questo anno di presidenza ha nominato al governo un numero impareggiabile di miliardari e proposto riforme sanitarie e fiscali che favoriscono i più abbienti.
E il problema più grande è che non è il solo.
Costruire un’economia a favore dei comuni lavoratori e dei paesi in via di sviluppo: ce la faremo?

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