Se nel mondo della sanità e dei trasporti nel continente africano i dati restano negativi, nel settore educativo si coglie un trend positivo: cresce il numero di bambini iscritti alla scuola primaria. Ciò comporta un aumento delle nozioni di base e una conoscenza, quasi perfetta, di una lingua internazionale.
Nel caso del Kenya, ad esempio, i bambini iscritti a class 1 (il corrispettivo della prima elementare in Italia) iniziano il percorso scolastico in lingua inglese, assorbendo già da piccoli vocaboli e regole grammaticali. Arrivano quindi al primo diploma con un’ottima conoscenza scritta e parlata della lingua straniera, che diverrà, nel tempo, la loro seconda lingua madre, dopo lo swahili.
Una scuola a Nairobi.
Ma non sconfiniamo troppo nell’ottimismo: nell’Africa sub-sahariana si contano almeno 30 milioni di bambini in età scolare completamente esclusi dal sistema d’istruzione.
Gli esperti UNESCO raccontano come l’Africa sub-sahariana abbia registrato dei progressi irregolari a partire dal 2000, per quanto riguarda il raggiungimento dell’obiettivo EFA (Education For All). Nonostante, nella regione, il progresso verso un’ istruzione primaria universale sia stato più rapido rispetto agli anni ’90, infatti, alcuni paesi sono rimasti indietro e alcuni obiettivi, come l’assistenza e l’ istruzione per la prima infanzia (ECCE), i bisogni educativi dei giovani e degli adulti, l’alfabetizzazione degli adulti e la qualità dell’ istruzione, hanno ricevuto un’attenzione insufficiente. La maggior parte dei paesi sub-sahariani ha fallito nell’eliminare, entro il 2012, le disparità di genere all’interno dell’ istruzione primaria e secondaria ed è rimasta la casa di quasi 30 milioni di bambini in età scolare che non frequentano la scuola.
Nonostante negli ultimi 26 anni il tasso di alfabetizzazione degli adulti sia passato dal 52% al 65%, ad oggi il 27% degli adulti nel mondo considerati analfabeti risiede nella fascia sub-sahariana e 16 dei 20 paesi nel mondo dove il tasso di alfabetizzazione degli adulti è minore del 50% si trovano in Africa.
Le proiezioni future ci mostrano un miglioramento nella scolarizzazione nel mondo e, in particolare, in Africa, dove, però, il trend è più lento, soprattutto in alcune regioni.
Speriamo che l’andamento rimanga positivo, così che l’ istruzione possa portare una maggiore consapevolezza alla parte più giovane della popolazione, che, studiando, certamente svilupperà una migliore comprensione di ciò che la circonda, una buona cultura di base e la voglia di migliorarsi.