Vive in una stanza di dieci metri quadri, costruita da lamiera riciclata. Vive di prostituzione di notte e di vendita di vegetali sulla strada di giorno. È giunta a Nairobi dalla campagna quando era una bambina, insieme ai suoi genitori che cercavano un futuro migliore per loro stessi e per lei. Ma sia il padre che la madre sono morti di Aids.
La sua casa non ha servizi igienici, né pavimento, né mobili, né riscaldamento (Nairobi è a 1700 metri: in inverno fa freddo). Anche suo marito è morto di Aids e Beryl è rimasta con i suoi tre figli. Ma è giovane e vorrebbe avere anche il quarto.
Perché in Africa, anche negli slum, avere figli è un dono di Dio. Un tempo si facevano tanti figli perché servivano nei campi come forza lavoro. Oggi è difficile credere che in uno slum di una megalopoli le convinzioni e le priorità siano le medesime; ma le tradizioni e le superstizioni sono dure a morire.
Il Kenya ha un tasso di fertilità del 4,8%, contro il misero 1,3% italiano. Secondo l’Istat, la coetanea di Beryl in Italia farà un figlio, forse, a 31 anni.
Oggi nel mondo vivono 7,7 miliardi di persone e le Nazioni Unite, in uno di loro ultimi report, affermano che nel 2100 lo sviluppo demografico ci porterà a essere 11,2 miliardi (nell’ipotesi mediana di fertilità).
In un articolo di The Economist della scorsa settimana intitolato “A school for small families”, lo studioso austriaco Lutz spera che lo sviluppo demografico rallenterà grazie all’istruzione. Un viaggetto negli slum di Nairobi gli farebbe cambiare idea! Anche se, dobbiamo dirlo, l’istruzione sta migliorando e lo sta facendo a buon ritmo.
Ma le convinzioni e le superstizioni rimangono le stesse.
Chi sarà, dunque, l’autore di questo sviluppo demografico inarrestabile? Solo l’Africa.
Facciamo due conti: oggi in Africa vivono 1,3 miliardi di persone. Nel 2050 saranno 2,5 miliardi e nel 2100 4,3 miliardi. Quindi, se oggi siamo 7,7 miliardi nel mondo e nel 2100 saremo 11,2 miliardi, vuol dire che dovranno nascere in tutto il mondo 3,5 miliardi di persone. Di queste, 3 miliardi, ossia più dell’80%, saranno africane.
La morale vien da sé: quasi tutti i nuovi venuti al mondo saranno africani e, per di più, saranno poveri.