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L’EUROPA ALL’AFRICA: “FATTI VOSTRI!”

giugno 27, 2018
Questa settimana l’Europa schierata si riunirà per definire la strategia futura sulla migrazione e quindi sul comportamento prevalente verso l’Africa.
Avrebbe potuto essere una sessione di riflessione e di proposte per trovare una linea di sostegno all’Africa, per il futuro vicino e lontano.
Non sarà così.
L’Africa è come un gigante spiaggiato ai piedi dell’ Europa, povera e malconcia. Ma con una crescita demografica che ha dell’incredibile: dal miliardo e 200 milioni di ora, ai 2 miliardi e 300 del 2050 e ai 4 miliardi e 300 milioni di fine secolo, cui non corrisponde purtroppo una crescita economica tale da sfamare tutti. Anzi. Gli africani più aumentano, peggio stanno. La crescita è così tumultuosa e irrefrenabile che nessun modello economico può soddisfarla.
Oggi il reddito pro-capite è di 1800 dollari all’anno, nel 2050 sarà di 3.000 dollari (cioè 8 dollari al giorno cadauno), senza però tener conto dell’inflazione che corre mediamente sopra il 10% ovunque. Quindi in Africa ci saranno miliardi di poveri: circa il 70%.
Poiché questi numeri (che potete trovare nel mio libro con facilità) sono noti a tutti, ci si aspetterebbe che gli attori che si ritrovano a Bruxelles questa settimana pensino a una strategia di medio termine. Non a lungo, ma almeno a medio.
E invece cosa avverrà?
I migranti, che OGGI sono solo una piccola avanguardia (peraltro, in apparente diminuzione) del gigante spiaggiato ai nostri piedi, stanno diventando lo strumento per regolare i conti tra europei.
La Francia finge apertura, ma chiude ogni pertugio che porti nel suo territorio; la Spagna di Sanchez che, essendo socialista e alla ribalta dell’Europa, diventa aperturista, dopo aver chiuso per decenni l’enclave marocchina; la Germania, dopo la grande apertura della Merkel a un 1.000.000 di siriani, sembra implodere in una lotta senza fine tra la leader e il suo ministro degli interni (capo della CSU) che vuole impedire il secondary movement (stiamo parlando di qualche migliaio di migranti che i bavaresi non vogliono vedere passeggiare nella bella Monaco, complici le prossime elezioni del land); il gruppo di Visograd, poi, ha alzato addirittura i muri e non ne vuole neppure uno.
E poi la nostra bella Italia, che ora con Salvini: chiude i porti, mette le ONG al bando, lascia nella balia dei marosi centinaia di poveretti per dimostrare la forza di una politica “Italy First”, conclude un accordo con la Libia per aprire HOT SPOT non in Libia (c’è da ridere…non li vogliono!!!!), ma nel deserto del Ciad o del Niger (ricordo che i confini di questi due paesi corrono per circa 3.000 km nel deserto… neanche Buzzati nel suo “Deserto dei Tartari” lo avrebbe potuto immaginare).

Detto in altri termini, del futuro dell’Africa l’ Europa se ne sbatte completamente. Nel meeting di Bruxelles diranno: fatti loro.
E troveranno uno striminzito accordo per affermare che i migranti economici devono essere rispediti al mittente, che daranno aiuti con l’Africa Fund (un’inezia), che i mille della Baviera verranno dispersi in altri paesi, che vogliono fare centri di blocco in tutto il nord Africa (ricordo sempre che tra il Mar Rosso e l’Atlantico corrono 9.000 km…) e così via.
E poi tutti torneranno a casa dai loro concittadini bianchi dicendo che hanno vinto e che hanno fatto nere le altre nazioni europee, concorrenti in questa competizione che è solo e sempre elettorale, ma giocata sulla pelle dell’Africa.
L’Europa, come dice oggi Galli della Loggia in un bell’articolo sul Corriere della Sera, dovrebbe occuparsi più di Gambia e Congo che del reddito del Crotonese o della Bucovina.
E smetterla di dire: fatti vostri!

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