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La Crisi dell’Occidente: populismo e lotta per i diritti.

novembre 22, 2018
Parliamoci chiaro: chi si prenderebbe oggi la responsabilità di proporre le soluzioni che abbiamo suggerito (più tasse per i più ricchi, più vincoli sul lavoro e più immigrati)?
Dove il ricambio elettorale c’è già stato, i governi vincenti sono tutti legati al populismo o conservatori, pronti a dettare parole d’ordine negazioniste dei problemi reali, a buttare le colpe sul passato e a dare pillole di benessere al loro elettorato per cercare di calmarlo in modo disarticolato o confuso.
Tuttavia, questi partiti hanno un limite insormontabile: lavorano sul breve termine, accarezzando il pelo dell’elettorato, che è comunque sempre arrabbiato. Spesso la ricetta è di chiudersi all’esterno e spingere il mercato solo verso i consumi interni, senza colpire i redditi alti (della cui alleanza pensano di avere bisogno).
Sono partiti rivolti al passato, con ricette in bianco e nero, incapaci di aprirsi a un mondo dialogante e interconnesso.
Per aiutarsi e tenere alto il loro consenso, occorrono loro molti nemici, che attaccano con linguaggi truculenti e parole come macigni, per sentirsi e farsi sentire forti.
Il miglior bersaglio sono (manco a dirlo) gli immigrati. E attaccare gli immigrati costa poco o nulla. Basta un tweet o un post su FB, del tipo: “Chiudiamo le frontiere” oppure “Tutti a casa vostra” o, ancora meglio, “Ci stanno portando via il lavoro”. Contro questi poveracci basta costruire un muro. È drammatico pensare che il bisogno di averli sarebbe demografico e non umanitario: dovremmo invitarli e non cacciarli o farli morire annegati.

Il problema della escalation verbale può anche portare a cercare altri nemici per frenare le insoddisfazioni montanti oppure solo per distogliere l’attenzione da temi economici insolubili.  E poi ci sarà subito pronta e a portata di mano l’Europa, che arriverà con le elezioni europee. Il rullo dei tamburi è nell’aria.
Ma c’è di più: ci sarà la lotta ai diritti e alla democrazia. Questi non sono ancora in forse, ma potrebbero essere messi in dubbio presto; perché quando sei povero e non pensi che avrai futuro, la legge e l’ordine sono di aiuto. La cancellazione di alcuni diritti (divorzio, aborto, genere, ecc.), che sono il caposaldo dell’occidente del dopoguerra, sarà la prima area su cui questa tipologia di partiti legati al populismo si butterà (anche in questo caso costa poco e niente) e per la gente che vuole tornare a vivere in bianco e nero può diventare un altro nemico su cui scatenarsi. Su Internet naturalmente.
Più difficile, ma possibile, sarà poi la forzatura della democrazia con cui questi governi potranno iniziare a reprimere alcune forme democratiche della nostra rappresentanza: dalla difesa della libertà della stampa o di associazione o altro di più.  Del resto, in Ungheria avviene già.
A breve, quindi, le difficoltà di cambiare il registro o modificarlo sono basse, se non inesistenti. Tuttavia, è proprio durante questi periodi che la gente migliore ricomincia a pensare e a lottare. E di queste battaglie si comincia a vedere le braci. E, a volte, anche i frutti. Riace, Lodi, Claviere, Verona sono le prime risposte ad altrettante provocazioni. La gente si è mossa, la battaglia civica, pur nella indifferenza dell’opposizione che pensa solo al ricambio direzionale, è iniziata.

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