Migrazioni, Post

Perché Salvini non Va agli Incontri Europei? Disinteresse o Interesse?

luglio 24, 2019
Tutti in Europa si domandano perché Salvini diserti i summit europei sulla migrazione.
Ieri, per esempio, ne è avvenuto uno molto importante: 14 paesi europei capeggiati da Macron si sono incontrati per cercare di creare un meccanismo di solidarietà, in attesa di rivedere il trattato di Dublino (su cui si sono già spesi a favore del cambiamento il nuovo presidente della Commissione, Ursula Von Layden, e il presidente del parlamento David Sassoli).
Questo gruppo di responsabili europei, tra cui la esecrata Francia, ha concordato di definire un piano preventivo di distribuzione dei migranti che arrivano per mare, con il fine di evitare quel triste balletto del “chi si piglia chi”, che nell’ultimo anno è andato in onda ogni volta che uno sbarco veniva strombazzato sui media. Quindi ora c’è un patto, che ancora non è istituzionale, ma che di fatto supera Dublino.
E chi ne trarrà il maggior vantaggio? L’Italia, naturalmente, visto che è il paese con più spiagge e porti di fronte all’Africa. Come è chiaro ormai a tutto il mondo, non solo all’Europa, è da noi che sbarcano gli immigrati provenienti dal continente africano.
E allora perché Salvini non si è presentato al meeting e non ha rilasciato una dichiarazione di vittoria del tipo: “Abbiamo vinto! L’Europa si è piegata alle nostre richieste”? Twittando, invece, “l’Italia ha rialzato la testa, non prende ordini da Macron, se vuole venga a Roma”?
La domanda che viene spontanea è (scusando il turpiloquio): perché si è incazzato? Salvini ci ha rotto le scatole per mesi, gridando che l’Europa era matrigna, che ci voleva male. Oggi, che l’Italia finalmente “ha vinto” contro questa strega cattiva, il Ministro grida ancora contro tutti.
Forse che gli dispiaccia vincere? Insomma, è interessato o disinteressato?
La mia sensazione è che la politica del nostro MINISTRO della MIGRAZIONE sia sostanzialmente pubblicitaria e, purtroppo, nulla di più. Del resto, non gli interessa nulla. Se gli tolgono i problemi creati dalle ONG e dai barconi, rischia la perdita di voti, che continua a prendere a costo zero. Qualche gridatina, due post, un’intemerata contro la ONG di turno, “i porti sono chiusi”, “le navi vanno affondate” e così via.
È quindi interessato a essere disinteressato alle soluzioni, qualunque esse siano, ed è arrabbiato con Macron perché, al contrario di qualcun altro, ha cominciato a prendere davvero in mano il tema, insieme ad altri 14 paesi che hanno pensato a noi e al nostro posto.
Come si fa a gridare contro i migranti se il problema viene risolto? Meglio non andarci al meeting, metterlo in burla e gridarci contro.
Tanto la gente non legge, non sa, basta gridare contro il nero e si vince. Cosa non si sa! Ma i sondaggi salgono…

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