Migrazioni, Post

Ocean Viking: il Nuovo Film dell’Immigrazione, dalla Tragedia alla Farsa

settembre 16, 2019
Cambia il governo e i porti chiusi sono diventati porti aperti.
La Ocean Viking è entrata in porto con un accordo redistributivo tra i paesi cosiddetti “volenterosi europei”.
Ma è tutto oro ciò che appare tale? Mettiamo in fila i punti.
Il fenomeno dell’immigrazione c’entra poco con i porti chiusi e i porti aperti: i flussi immigrativi arrivano nei paesi del sud Europa con svariati mezzi e nei porti approdano più le piccole imbarcazioni degli scafisti (di cui nessuno si interessa) che le navi di stazza delle ONG. Dopo che Minniti ha costretto gli immigrati negli hot-spot libici (ovvero nelle orribili prigioni che ogni tanto vediamo in tv), dal mare i numeri sono diminuiti drasticamente e le vie di ingresso sono diventate ben altre.
Salvini, grande ministro della Propaganda, lo ha capito e se n’è fregato del fenomeno immigrazione: da abile prestigiatore, ha inventato l’illusione dei porti chiusi, che altro non è stato se non un intenso, quanto barbaro e inutile, blocco della nave di una ONG, per permettere a tutti la visione di un FILM di brutta fattura sulla disperazione umana di un pugno di poveretti, salvati dalle onde. L’immigrazione per l’italiano medio è diventata sempre più ciò che vede in tv o che fa notizia sui giornali, vale a dire gli sbarchi con le relative tragedie e le relative morti.
Nonostante tutto, il finale è sempre stato l’approdo, ma intanto Salvini si godeva le prime pagine dei quotidiani, dei social e del web per una quindicina di giorni, periodo nel quale il film veniva proiettato senza sosta: tra le grida del ministro e gli editti dei magistrati, ecco scendere dalla nave un bambino malato, una gestante, due ragazzi con la scabbia e così via, una scena dietro l’altra accompagnata dalla voice over del Ministro, che scandisce i suoi dinieghi e guadagna voti di uomo forte. Che brutto film!
Ma, alla fine dei conti, è stato solo un film, niente di serio. Una trasmissione all’italiana. E adesso? Che film ci attende su questi numeri risibili?
Parlando chiaro, possiamo dire che questo potrebbe continuare a essere un lungometraggio basato sulla farsa, fino a quando non si cambierà il trattato di Dublino. Il patto sottoscritto dai paesi volenterosi Francia, Germania, Malta, Spagna, Grecia e Italia prevede che ciascuno accolga il 25% dei migranti, naturalmente sotto gli occhi dei riflettori della TV e dei media.
Ma attenzione: il migrante deve avere diritto d’asilo. E i controlli per stabilire se questo diritto può essere riconosciuto avverranno a telecamere spente, davanti a commissioni di inchiesta dei Volonterosi, che opereranno nei paesi di primo approdo. Normalmente, coloro che ottengono lo status di asilanti costituiscono il 10-15% del totale degli immigrati.
E gli altri? Dopo la prima accoglienza, gli altri riceveranno il primo foglio di via e poi saranno accompagnati fuori dal centro e abbondati a loro stessi.
Un film ancora più astuto che mi ricorda, almeno per ora, la Stangata con Robert Redford e Paul Newman.
Se vogliamo vedere un film serio, dobbiamo, nell’ordine: fare un accordo serio con i paesi volenterosi, così come viene riportato da alcuni resoconti giornalistici, cambiare il Trattato di Dublino e poi modificare la Bossi-Fini, reinserendo almeno il vecchio (vituperato ma utile) permesso umanitario.
Altrimenti, il film tragico che Salvini ci ha propinato per un anno e mezzo scadrà nella farsa di un film di Totò, con un danno irrimediabile per il governo.

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