Il decreto sicurezza e la carica dei 600.000 invisibili
febbraio 13, 2019
Il numero di 600.000 è stato buttato lì con foga da Berlusconi prima delle elezioni politiche del 4 marzo 2018. E raccolto e amplificato da Salvini, prima, durante e dopo.
Stiamo parlando dei clandestini che girano per il paese. E che si sommano ai 5 milioni e passa dei migranti regolari che sono in possesso di qualche forma di permesso di soggiorno. Nessuno sa esattamente quanti siano gli invisibili; io ho la tentazione di pensare che siano molti di più di 600.000, visto che rimandarli nei loro paesi è pressoché impossibile (di questo aspetto parleremo in un prossimo post).
Sono i figli degli arrivi che nessuno controlla, degli sbarchi che non fanno notizia, degli arrivi come turisti, di ricongiungimenti strani. Sono persone che non hanno superato le prove per essere giudicate aventi diritto d’asilo (solo nel 2017 quasi 100.000).
E ora saranno quelli che il decreto sicurezzasta mettendo sulla strada. In che modo? Annullando i permessi umanitari, ossia una forma tutta italiana per dare a molti la possibilità di rimanere nel nostro paese a tentare di lavorare.
I permessi umanitari erano permessi ad hoc, rilasciato da un prefetto o un questore che, valutando il migrante, lo giudicava “per bene” e lo inseriva in un giro virtuoso, e non vizioso. Il nuovo decreto annulla questa fattispecie tutta italiana (e come tale saggia): adesso tutti i migranti che hanno raggiunto il nostro paese senza permessi o i richiedenti asilo respinti diventeranno clandestini e ingrosseranno le fila degli invisibili e degli sfruttati.
Le ricadute non sono poche in un paese che si sta impoverendo: la principale conseguenza è che si sta delineando una forma di sottoproletariato migrante (specie cittadino o metropolitano) impaurito da un lato e incattivito dall’altro, che vive a ridosso del neo-proletariato italiano, ricostituito dalla sempre maggiore povertà che si aggira nelle periferie italiane.
Questa vicinanza sta contaminando entrambi, in peggio (vi consiglio “Ghetti” del giornalista Goffredo Buccini per capirlo). Sul piano del lavoro, si sta delineando un negativo rapporto di concorrenza, prima inesistente: gli invisibili aumentano il lavoro nero, generando ribassi sui prezzi del cottimo e danneggiando i lavoratori italiani dequalificati, che al nero stanno tornando. Questo fenomeno avviene nei grandi centri o nelle grandi concentrazioni, dove il lavoro nero ha luogo. Le raccolte agricole e i casi di caporalato ne sono un classico esempio.
L’immagine dell’immigrazione ha già connotazioni estremamente negative, ormai razziste, nel nostro paese. Il decreto sicurezza la guasterà del tutto.